Ritorno al.. passato: Petit Manifesto 23 per Teufeurs (di Suburbass – 2013)

Ricondividiamo (tradotto) dal canale di Joel Suburbass. Un testo per riflettere su analogie e differenze tra passato e presente e spunti per migliorar(ci). Buona lettura!

PETIT MANIFESTO 23 PER I TEUFEURS
Molti conoscono il mio passato di attivista e, anche se ora non sono più così attivo, continuerò a sostenere le organizzazioni e i sound system… come faccio spesso durante gli eventi. Ecco quindi un piccolo manifesto per cercare di spiegarvi un certo punto di vista, rivolto soprattutto al pubblico giovane che si è appena unito a noi con alcuni preconcetti:
All’inizio degli anni ’90, noi protagonisti del movimento eravamo ancora piuttosto ingenui e utopisti, con valori di condivisione, gratuità, offerta alle persone e investimento (in tempo e denaro) per la festa. Ma le leggi e anche (e soprattutto) i festaioli ci hanno fatto abbassare le braccia…
Abbiamo dato molto, ma non abbiamo ricevuto nulla in cambio. Quando sono arrivate le prime donazioni per coprire le spese – perché una free party costa denaro – la gente ha iniziato a protestare… pensando e rivendicando che la festa è un diritto (e forse un dono del cielo), dimenticando che le persone che si occupano degli impianti audio sono appassionati, ma anche persone come voi che, invece di comprarsi un’auto nuova, preferiscono investire in casse e amplificatori…
Più dai, più ti prendono… Ho persino visto persone durante una festa nel 1997 lanciare lattine contro il sound system perché non c’era più gasolio nel gruppo e nessuno voleva dare un centesimo per partecipare…
La donazione è la P.A.F.: la partecipazione alle spese, e così diventi un protagonista a tutti gli effetti della serata. Quando un brano continua a suonare nel pomeriggio, pensa che è in parte grazie a te, ai tuoi 2/3 euro che hai donato…
Quando venivo alle free party con il mio camtar per suonare, vendevo le mie cassette per rimborsarmi le spese di benzina. Ho visto persone chiedermi di dare loro le mie cassette perché “il suono è free”… …ma dai, e al dealer dici la stessa cosa???
La gente ha iniziato a confondere il termine “free” (libero) con la parola “free” (gratis)… Le prime feste gratuite in Francia erano gratuite soprattutto per attirare gente perché nel 1993 non erano affatto popolari (al primo tekos a Beauvais eravamo appena 500 partecipanti).
Del resto, per chiarire un po’ l’argomento, se un grande festival come Boom o Monegros decidesse di rendere l’ingresso gratuito, ma mantenendo la stessa logistica – agenti di sicurezza ovunque, perquisizioni all’ingresso, barriere, ecc. – non si potrebbe chiamare free party solo perché l’ingresso è gratuito…
La free party è prima di tutto una Z.A.T (TAZ)., una zona di autonomia temporanea, un luogo dove sei libero (free) di fare quello che vuoi per un periodo di tempo determinato, rispettando gli altri e te stesso, vestendoti come vuoi, ballando come ti senti… una zona di non-diritto… un piccolo microcosmo utopico per sognatori (o raver) dolci (o duri).
Il movimento stesso ha disgustato i suoi principali militanti. Personalmente, non voglio più (e come molti altri) essere coinvolto nella difesa della free. Mi è costato processi, multe, sospensioni condizionali, arresti… tutto questo per essere trattato come un commerciante solo perché vivo (e sopravvivo) della mia musica…
E molti sound system che operavano nell’illegalità hanno finalmente deciso, dopo troppi processi, perdite di materiale, sequestri, danni, di organizzare eventi legali, in club, parchi espositivi, sale, terreni legali…
Non biasimateli, perché quando questi stessi sound system sono stati sequestrati e hanno chiesto di sostenerli finanziariamente inviando donazioni, il totale dei fondi raccolti è stato ridicolo e vergognoso se si considera il numero di partecipanti alla festa in cui è avvenuto il sequestro…
Ecco perché gli organizzatori e i sound system hanno bisogno del vostro sostegno e del vostro supporto. E io tanto di cappello a coloro che continuano a impegnarsi senza arrendersi nonostante le critiche, gli insulti…
E la congiuntura attuale non è ancora a nostro favore. La musica elettronica non è ancora entrata del tutto nelle consuetudini, anzi. Le serate techno fanno ancora paura, le leggi si sono ammorbidite, ma subiamo ancora il peso dei pregiudizi che variano a seconda dei dipartimenti o delle regioni e della flessibilità degli eletti locali… (il rovescio della medaglia del decentramento).
Non siamo ancora al riparo da un decreto prefettizio dell’ultimo minuto che annulla la serata, lo stesso giorno, sia che si tratti di una sala, di un club o di un evento all’aperto…
Cosa dire quando vedo il numero di persone, anche se sono una piccola minoranza rispetto al numero di partecipanti, che insultano gli organizzatori (e gli artisti) sugli eventi Facebook, perché il prezzo d’ingresso è di 10-30 euro (per 8-10 ore di musica), mentre c’è la sala da affittare, la sicurezza imposta, l’impianto audio noleggiato, gli artisti da pagare e tutta una logistica molto costosa…
Questi stessi organizzatori, che vi offrivano eventi illegali gratuiti, non hanno più la possibilità né la voglia di lottare con le forze dell’ordine e la giustizia (per i motivi sopra citati). Hanno dedicato il loro tempo, denaro ed energia affinché, nonostante tutto, noi amanti della techno potessimo esprimerci, incontrarci e ascoltare ciò che amiamo…
Ecco perché abbiamo tutti bisogno del vostro sostegno, del vostro appoggio. Dobbiamo essere uniti, sia per i rave gratuiti che per quelli in sala, perché la lotta non è finita, anzi…
E come dice sempre il nostro vecchio amico Allan: **KEEP THEM DANCING !!!**
**GRAZIE e RISPETTO … ;)**
**RAVE ON …**
**Joel/SuBuRbASs**

 

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