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(Just one moment)

SMASH in BALLARO’

21 novembre 2024 – Palermo
SMASH IN BALLARO’ 
Da troppo tempo ormai sentiamo le parole  “rigenerazione” e  “riqualificazione” urbana, parole abusate dalla stragrande maggioranza delle politiche urbanistiche europee, che mirano unicamente ad installare numerose telecamere e dispiegare altrettante forze dell’ordine per vigilare, in nome della presunta”sicurezza”, i nostri quartieri e le nostre strade, decidendo per tutt3 noi cosa sia decoroso e cosa non lo sia. 
Siamo stuf3 di vedere solo aumentare politiche securitarie, sentiamo troppo opprimente l’assenza di politiche sociali giovanili che favoriscano l’aggrazione,  l’emancipazione lavorativa, il diritto all’abitare, l’accessibilità dei nostri luoghi e dei nostri spazi pubblici. 
Trovare una casa per noi giovani è praticamente impossibile , avere un campetto da basket o una zona dove potere skatare ormai una chimera. 
Crediamo fortemente che dietro le false parole “riqualificazione urbana” ci sia un’unica verità: lo “smantellamento”dei nostri centri storici a favore della violenta turistificazione in nome del profitto . Oggi il  mercato storico di Ballarò con le sue piazze e le sue bellissime interconnessioni culturali, è sotto assedio e rischia fortemente di essere cancellato, si sta portando avanti unicamente l’espulsione dei suoi storici abitanti e delle sue storiche attività per favorire soltanto le aziende turistiche e dell’immobiliare. 
Vogliamo dire no alla turistificazione violenta che non tiene conto delle realtà e delle esigenze di chi i quartieri li abita da generazioni, delle persone che vivono e sostengono l’importanza del riutilizzo degli oggetti, quella necessaria pratica antica di riciclo che vale più dei tanti ipocriti progetti a tema “ecosostenibile”. 
Desideriamo inoltre rivendicare insieme il diritto di riunirsi in piazzetta, il diritto di aggregarsi scambiandoci idee, chiacchiere e autoproduzioni artistiche.
 La vera “Albergheria Creativa”  siamo noi e suoi abitanti,  desideriamo stare semplicemente insieme con i nostri corpi, le nostre presenze, le nostre chiacchiere le nostre attività ricreative e di scambio culturale per  r-esistere e riappropriarci dei nostri spazi cittadini. 
 
 
 21 novembre Piazza Colajanni n.3 – Ex  Cinema Edison dalle 19:00
Presentazione di ANTIRAVE cortometraggio auto- prodotto da Same Studio Nomade
Antirave è un cortometraggio antropologico che racconta uno degli attuali fenomeni di protesta giovanile in Italia: le Street Parade.
Le note psichedeliche delle sonorità tekno tipiche dei movimenti Free Party si contrappongono ad una ricerca dei simbolismi storici del rito carnevalesco e circense. Un viaggio guidato dalle parole dello scrittore Vanni Santoni uno dei maggiori esponenti nello studio dell’underground e delle controculture contemporanee in Italia.
In un periodo storico di forti repressioni delle nostre vite e delle nostre lotte, come hanno dimostrato il decreto sicurezza 633 bis “anti-rave” e il ddl 1660 “Sicurezza”, rifletteremo insieme ai registi e Smashrepression su cosa vuol dire r-esistere e riappropriarci dei nostri spazi e della nostra libertà.
INGRESSO LIBERO
 
A seguire saremo in piazza Colajanni per chiacchierare con il regista Pietro Spini a partire dalla visione del corto ANTIRAVE, allestire i banchetti di autoproduzioni, trascorrere una serata tra chicchiere musichette e presa bene.
Porta  il tuo banchetto, la tua luce, una prolunga , rispetta te, chi ti sta accanto e la piazzetta che ci ospita
Prendiamoci cura insieme degli spazi in cui viviamo.
Smash in Ballarò vuole essere un’inizitiva mensile autogestita,  incontriamoci per progettare insieme la prossima piazzetta.
 

SISTEMA EMILIA-GLOBO: DISASTRO AMBIENTALE ED ECOCIDIO? ALLE RETORICHE DEI GOVERNANTI RISPONDIAMO CON MUTUALISMO E SOLIDARIETA’, CURA E RIBELLIONE

Mentre in queste ore si continua a sfangare nella penisola iberica e in particolare nella Comunidad Valencià, dove l’alluvione di questo fine Ottobre 2024 è stata oltremodo devastante, riprendiamo dei punti cardine rispetto a quello che sta avvenendo tramite una riflessione su cio che è in corso in queste settimane in Emilia-Romagna..  [https://smashrepressioner.noblogs.org/2024/10/sistema-emilia-disastro-ambientale-ed-ecocidio-alle-retoriche-autoassolutorie-dei-governanti-si-sta-rispondendo-con-mutualismo-e-solidarieta-cura-e-ribellione/]

SISTEMA EMILIA-GLOBO: DISASTRO AMBIENTALE ED ECOCIDIO? ALLE RETORICHE DEI GOVERNANTI RISPONDIAMO CON MUTUALISMO E SOLIDARIETA’, CURA E RIBELLIONE

 

L’AUTOGESTIONE COME SEMPRE DA’ VITA A MAGNIFICHE MODALITA’ DI INTENDERE I RAPPORTI SOCIALI FUORI DAL PROFITTO. 

 

 

[Vedi foto/deco/discorso del carro a tema “ecologia e salute dei territori” Emilia/Nord]

 

Se questi eventi calamitosi da un lato non possono vedere risposte totalmente efficaci, anzi passibilmente deturpanti, dalle leve del comando, nel breve termine sono destinati a crescere di numero, furia e intensità, e la resistenza ecologica e umana non può non nutrirsi della capacità autogestionaria a 360° di singolx e corpi collettivi. Dalla difesa dei territori e le forme di manifestazione scelte.

Proprio parlando di manifestazioni, riportiamo quella svoltasi ieri, tassello per auspicabili mobilitazioni maggiori nel breve termine:

“Oltre un migliaio di persone hanno partecipato al corteo e alla manifestazione promossa oggi pomeriggio a Bologna da Comitato Besta BO, Comitato contro ogni autonomia differenziata ER, Confederazione Cobas BO, Legambiente ER, Parents for Future BO, Rete Emergenza Climatica e Ambientale ER, Un altro Appennino è possibile, USI CIT BO, MO, PR e RE Un corteo e una manifestazione importante, partecipata e determinata che ha ribadito la richiesta di un cambio di rotta radicale nelle politiche di carattere ambientale sin qui messe in campo. Con essa abbiamo inteso contrastare l’inaccettabile negazionismo del governo, che continua colpevolmente a non mettere in campo piani seri ed efficaci per contrastare il cambiamento climatico e procedere verso la transizione ecologica, e anche la forte assenza e le politiche sbagliate prodotte dalla Regione Emilia-Romagna su questo terreno, a partire dal tanto magnificato Patto per il lavoro e il clima del 2020. La manifestazione, assieme alla vicinanza con le popolazioni colpite dalle quattro alluvioni in Emilia-Romagna nell’ultimo anno e mezzo, ha inteso evidenziare anche le scelte alternative che si tratta di introdurre e che investono l’insieme del modello produttivo e sociale dominante. In particolare, nostri obiettivi sono riassumibili nei seguenti punti: uscita dall’economia del fossile; difesa, ripubblicizzazione ed estensione dei beni comuni; moratoria su tutte le opere che prevedono ulteriore consumo di suolo; cancellazione della legge regionale urbanistica 24/2017 e sua radicale rivisitazione; moratoria e ridiscussione delle grandi opere stradali in rapporto ad un’idea alternativa di mobilità; stop a nuovi impianti a fune volti a incrementare i comprensori sciistici da discesa con grave danno per l’ambiente montano; ridiscussione degli assetti aeroportuali; stop definitivo all’ espansione degli allevamenti intensivi e realizzazione di un programma per il loro superamento; approvazione delle 4 leggi di iniziativa popolare regionale in tema di acqua, rifiuti, energia e stop al consumo di suolo. Infine, la manifestazione ha sottolineato la nostra contrarietà al ddl 1660 “sicurezza”, la svolta repressiva, al venir avanti di un’economia di guerra che rilancia l’economia fossile e, ovviamente, vista anche la concomitanza con le manifestazioni che si sono svolte sempre il 26 ottobre in diverse città, il nostro impegno per affermare la pace, partendo dalla cessazione del fuoco in tutte le aree di guerra. La nostra iniziativa continuerà anche nel prossimo periodo di tempo e ci attendiamo che anche la politica e le amministrazioni si misurino con le questioni che abbiamo avanzato con la manifestazione di oggi. ”

Comitato Besta, lì 27/10/2024

NO ALLA CRIMINALIZZAZIONE DEL DISSENSO. PALERMO e MESSINA IN PIAZZA CONTRO IL DDL SICUREZZA

Anche le città di Palermo e Messina si mobilitano contro il ddl Sicurezza 1660.

Palermo Venerdì 25 ottobre, alle ore 17:30  concentramento corteo a Piazza Sant’Antonino (Stazione Centrale)

Messina Sabato 26 ottobre, alle ore 17:00 concentramento corteo in Largo Seggiola.

Il DDL Sicurezza è un provvedimento normativo che ha la finalità di colpire tutte le pratiche di lotta che in questi anni sono state utilizzate dai movimenti in difesa dell’ambiente, contro le Grandi Opere, per i diritti sociali e civili, per il diritto alla casa.
Terrorismo della parola, 7 anni di carcere per occupazione abitativa, revoca della cittadinanza a seguito di condanne, 4 anni di carcere per resistenza passiva, criminalizzazione del dissenso, 20 anni di carcere per chi protesta contro le Grandi Opere, impossibilità di acquistare una Sim senza permesso di soggiorno. Ecco alcune delle norme presenti nel nuovo DDL sicurezza, norme che istituzionalizzano nuovi reati e aumentano le misure repressive per chi protesta.
Il ddl 1660, infatti, rappresenta il tentativo da parte dello Stato di rimuovere il conflitto, e finanche il semplice dissenso, dalle dinamiche sociali. Con l’approvazione della nuova norma sarà il corpo stesso delle persone ad essere considerato un’arma e ciò consentirà di inasprire fortemente le pene per chi intende resistere alla devastazione dei territori e al processo di impoverimento ormai generalizzato.
Si nega, di fatto, la possibilità di esercitare il diritto di decidere per gli abitanti dei territori, per le lavoratrici e lavoratori, per le studentesse e gli studenti in lotta, per tutte le persone  migranti. 
Il ddl Sicurezza, a Palermo e a Messina – ma in tutta la Sicilia – assume una particolare rilevanza. Una criminalizzazione delle lotte che da anni si portano avanti: dal diritto alla casa alle lotte contro la guerra, dalle battaglie per i diritti delle persone migranti fino alla lotta contro la costruzione del ponte sullo Stretto. Contro tutto questo vengono minacciati anni di carcere e imponenti pene pecuniarie. 
Il tentativo è quello di mettere a tacere la voce degli abitanti, l’intento è terrorizzare la comunità. Per questo motivo venerdì 25 ottobre  scenderemo in piazza a Palermo e sabato 26 ottobre a Messina contro questo disegno di legge e al fianco delle popolazioni oppresse dalle guerre coloniali, per dire NO al genocidio e all’occupazione della Palestina, per reclamare la libertà di lottare!

Multa streetparade Ancona #ACAB

QUI IL LINK PER LE DONAZIONI

Siamo ormai abituatx a vedere i servi del potere, in mancanza di giustificazioni valide a supporto delle proprie logiche scellerate, mostrare i muscoli per riscuotere obbedienza. E, laddove non arriva il manganello, hanno sempre ripiegato sulla repressione economica. Succede così che, al termine di un corteo rivendicativo e partecipato come la Street Parade che ha attraversato le strade di Ancona nella giornata di sabato, la repressione si abbatta su di noi quasi a mo’ di capriccio, di ripicca verso chi, a differenza loro, di ragioni ne ha fin troppe. Una volta staccata la musica da tutti i carri infatti, veniamo intimatx di uscire dal porto, tappa finale del corteo, dove siamo rimastx per diverse ore riprendendoci e autogestendo lo spazio con la nostra musica e i nostri corpi.

La richiesta di andarcene si fa sempre più aggressiva, con camionette che si avvicinano ai carri ancora accesi minacciando il sequestro dei soundsystem, e poliziotti che avanzano la pretesa di identificarci.

Senza avere avuto il tempo di smontare i carri, da cui avevamo a malapena tolto le deco per motivi di sicurezza, alcunx di noi salgono sul retro di uno dei camion col beneplacito degli stessi poliziotti, tanta era le fretta di vederci andar via. D’altra parte, rimanere tuttx sul camion era anche una scelta obbligata per mantenere in sicurezza il materiale ancora da sistemare. 

Tuttavia, uscitx dal porto, veniamo fermatx da diverse pattuglie che, senza nessun riguardo verso le nostre ragioni e verso il fatto che eravamo statx spintx dai loro colleghi a salire su quel camion, decidono di fare una multa di ben 430euro alla conducente.

Nonostante la grande solidarietà dimostrata da coloro che si erano incamminatx a piedi hanno assititito a questa scena a dir poco grottesca, ci ritroviamo adesso a dover affrontare questa ennesima spesa. Sappiamo però di non essere solx, e che il supporto reciproco, come sempre, è più forte delle loro armi e delle loro leggi, che ci vorrebbero sempre più solx di fronte alle loro imposizioni.

Per affrontare collettivamente il costo di una multa fatta al solito in maniera infame, per altro prendendo di mira un carro tematico che ha unito l’impegno di crew provenienti da Napoli oltre che dalla Marche, basterà diffondere questo appello. Qualche piccolo contributo potrà evitare che la spesa gravi su di una persona o su coloro che si sono spesx per organizzare il tutto durante questi mesi.
Di fronte a simili intimidazioni ed ingiunzioni legali chiediamo di rimanere unitx proprio come abbiamo dimostrato sabato a questa bellissima street!

IL POTERE DELLE PERSONE È PIÙ FORTE

DELLE PERSONE DI POTERE !

 



Street parade ad personam, ambigue e commerciali?  NO GRAZIE, basta speculazione sul movimento underground-free tekno!

SI ALLA CURA E ALL’AUTOGESTIONE!

CONTRO LA GUERRA, CON LA PALESTINA!

 IL 5 OTTOBRE TUTTX A ROMA!

IL 12 Ci VEDIAMO AD ANCONA

È da tempo ormai che una certa parte di mercato prova fascino per il movimento free tekno, guardando a questo come una nuova frontiera di incasso per la speculazione commerciale. Mentre prima questi processi venivano portati avanti da alcuni club avidi, ora invece appaiono realtà che organizzano addirittura street parade, senz’arte né parte, di soggetti che prima non “fanno politica”, poi forse sì, che dicono di schierarsi ma al contempo la fanno per “tuttx” (!?!). un attimo di maquillage per dire che si è cambiato rotta e vai: tutt’apposto.  Populismo 3.0 e improvvisamente ci si riscopre di movimento“.  
È quindi imprescindibile per noi precisare che non siamo coinvoltx in queste iniziative e di sicuro non a quella del 5/10/2k24 a Bologna.

Rifiutiamo, come Smash Repression  e come singolx compagnx, una street indetta con tante criticità , e vediamo – nella deriva di quello che era un potenziale veicolo di contenuti nel mondo giovanile – una netta lontananza da chi al contrario tutti i giorni attraversa strade e piazze portando spirito critico, lotta e dignità. Dalla causa ecologista e ambientale, a quella trans-femminista, passando per il diritto alla casa e il rifiuto della guerra e dallo sfruttamento delle persone sul posto di lavoro. 

Fino alla condanna ferma del g3nocidi0 sulla striscia di G4za. 
Ripudiamo l’idea che ci siano street che non abbiano insite il rifiuto della guerra, che non tematizzano alcunché, non ambiscano a qualsivoglia forma di sovversione e diversione. Non potremo mai condividere istanze di  mercificazione dei corpi, di spazi, del tempo libero e della musica.  E ancora di più quando questi eventi accadono lo stesso giorno della chiamata nazionale in sostegno alla P4lest1na.
Smash Repression, che ha visto decine di migliaia di persone negli ultimi anni dare vita a STREET RAVE PARADE ANTIPROIBIZIONISTE E ANTIFASCISTE, connettendo tre generazioni di ravers  si distanzia da versioni posticce, pasticciate, fake e commerciali.

Il rifiuto delle leggi liberticide e ultra-repressive varate dal Governo, a partire da quella Anti-Rave e arrivando al DDL Sicurezza 1660, è il portato delle Street Antiproibizioniste che non tradiscono lo spirito di quelle oceaniche del passato – dal Livello57 fino alle ultime chiamate in contemporanea di decine di città italiane e francesi, accomunate dal dissenso e non per business o auto-impresa! Street Parade che hanno portato energia, groove e rabbia collettiva guardando al futuro – attraverso un antiproibizionismo consapevole, e la cura come pratica intrinseca! Proprio questo manca alle iniziative di tali soggetti. 

In qualsiasi nodo di Smash Repression si è posto l’accento sulla totale necessità di tentare di creare spazi safer. Il coordinamento con reti di riduzione del rischio (RDR) che da anni praticano sul campo e la controinformazione consapevole su uso e abuso di s0stanz3 in contesti festosi, stanno alla base del nostro processo di cura e si pongono sullo stesso piano di queste pratiche, il respingimento delle molestie e della prevaricazione machista e omolesbobitransfobica insita nella società in cui viviamo. 

Una modalità di cura che riteniamo essere un processo aperto, che stiamo apprendendo e approfondendo anche noi come rete, e che pensiamo possa e debba estendersi a tutti i contesti, compreso quello clubbing e in generale, quelli più istituzionali. 

Riprodurre un genere musicale e la sue mera estetica ad esso annessa non fanno un free party o una street rave parade. 

Localate, eventi e momenti privi di cura e autogestione senza RDR, senza gruppi per la prevenzione di violenza di genere e senza gruppi simpatia espongono le persone a grossi rischi, suggeriamo a tutti e tutte di non fidarsi e quindi di NON SUPPORTARE e NON PARTECIPARE a situazioni che non rispecchiano e portano avanti questi valori perchè NON SONO POSTI SICURI. 
 
L’energia pura delle Street Parade che conosciamo, la riverseremo ad Ancona: contro il G7 sulla Salute, il 12 ottobre: una Street sanificatoria con 7 carri, come i 7 potenti della terra, 7 temi legati alla salute in 7 miliardi contro l’arroganza dell’1 per cento. Dedichiamo questa giornata ai compagni e alle compagne che non ci sono più (Ciao Jack) o che non ci possono essere perché rinchiusx da qualche parte solo perché hanno avuto il coraggio di lottare per il bene comune.
Nelle prossime settimane, e come sempre, stay tuned. Partecipa, organizza, stay rebel! 
Ci vediamo il 5! (a Roma)
… e il 12 ad Ancona
Smash Repression, chi ce tocca s’appiccia

NO g7 salute! #NotOnMyBody camp + streetparade @Ancona

 

Dalle Marche l’invito a partecipare a una tre giorni di dibattiti per aggiornarsi reciprocamente e prepararsi alle due manifestazioni di venerdì 11 e sabato 12 ottobre.

Sulla Rivista Malamente trovate una non più così scontata sintesi di cosa stia a rappresentare il G7 ed in particolare di cosa tratteranno i delegati dei grandi monopoli ad Ancona, per poi spiegare da che spinta e con quali intenti si sta costruendo da qualche mese una Rete NO G7.

Vogliamo riportarne qui alcuni paragrafi cruciali:

Ogni società ha i suoi rituali politici. La nostra non fa eccezione. Nel 1975 attorno a un grande tavolo fiorito, in una sala regale del castello di Rambouillet in Francia, sotto le luci dei riflettori e l’obiettivo delle telecamere ancora analogiche, si riunirono i capi di stato e di governo di sei paesi. Erano le prime nazioni industrializzate del mondo, tutte potenze coloniali e sorprendentemente ne faceva parte anche l’Italia. L’idea pare sia stata dei presidenti di Francia e Germania, per provare a mettere una pezza su una delle più importanti crisi del capitalismo occidentale dopo il boom degli anni Cinquanta e Sessanta: austerità economica, crisi petrolifera, giovani che non ne vogliono più sapere di lavorare.

Se vogliamo vederla dalla parte dei capitalisti possiamo parlare di ristrutturazione o rivoluzione neo-liberale: si era infatti negli anni in cui la prospettiva di innovazione socialista di Allende in Cile era stata sconfitta con argomentazioni di piombo e in Europa la lunga ondata di rivolta giovanile del Sessantotto stava combattendo anche con le armi in pugno ma si avviava sulla sua parabola discendente.

Il riduzionismo biomedico e tecnocratico si è affermato in tempi di crisi sanitaria acuta, ma oggi comporta il rischio di un accesso selettivo all’assistenza sanitaria. Per garantire una salute per tutti e ridurre in modo sostenibile le disuguaglianze sanitarie all’interno dei paesi e tra di essi, sono necessarie politiche coerenti di salute per tutti. La salute globale deve innanzitutto perseguire l’applicazione del diritto universale alla salute e contribuire al superamento delle disuguaglianze globali. Non ci sembra questa la strada intrapresa dalla nostra piccola regione e dal nostro paese in mano agli eredi di Berlusconi e Mussolini.

Gli attivisti e le attiviste marchigiane hanno organizzato una Rete di azione contro il G7 Salute e una campagna Not on my body, lanciata dai Centri sociali delle Marche. Entrambe le iniziative hanno deciso di costruire un’agenda comune aperta ai contributi dalle reti nazionali interessate al tema della salute. L’obiettivo è quello di gettare in faccia ai ministri e al loro staff di esperti le contraddizioni globali che emergono dai bisogni di salute locali.

La città si prepara ad accogliere esperti, attivisti e manifestanti da tutta Italia. Si affronta il “controvertice” con la consapevolezza che alle spalle c’è un’epoca di mobilitazioni che non potrà tornare uguale a sé stessa, e che la situazione attuale a livello di partecipazione è senza dubbio difficile. Si stanno organizzando conferenze di critica e piattaforme di lavoratori e cittadini in difesa della sanità pubblica. (…) Si svolgerà il Festival a tutta salute uno spazio di incontro, apprendimento e lotta aperto alla partecipazione di singoli e gruppi che ha l’obiettivo di produrre iniziative contro il vertice e creare nuove connessioni. (…) La prima street parade che si è svolta a giugno 2023 ad Ancona ha provato a comunicare ai partecipanti alcuni preziosi concetti di base: che le sostanze vanno affrontate anzitutto con l’informazione e la consapevolezza, e che la depenalizzazione può stimolare le capacità di autodifesa e autoregolazione della società togliendo spazio agli imprenditori della violenza e della paura, alla criminalità e alla polizia che vivono in una perversa simbiosi. Questo è il senso del collegamento di una street parade annunciata in contemporanea alla fine del vertice del G7, per il 12 ottobre. L’iniziativa vuole raccontare, superando gli stereotipi e la paura imposte dalla narrazione criminalizzante della destra, il desiderio di festa, di liberazione e di legalizzazione contro gli imprenditori e della repressione.

L’appuntamento di ottobre ad Ancona rappresenta quindi una doppia scommessa e opportunità. Da un lato sporcare se non addirittura rompere l’incanto della vetrina del governo regionale a guida Fratelli d’Italia su un tema di grande importanza per tutto il paese come la salute pubblica. Dall’altro fare esercizio di mobilitazione, di relazione, di lotta per mantenere vivi i canali di comunicazione, le capacità, la creatività di vivere la città e i territori come spazi da cui trarre forza e ispirazione per percorsi di cambiamento radicale.

Dal 9 ottobre fino al 12 mattina: eventi, formazioni, incontri, musica, scambi e tanto altro.

Vogliamo creare un luogo e uno spazio dove poter condividere, crescere insieme e stringerci come collettività

VUOI VENIRE AL CAMPEGGIO? 🏕️ VUOI DARCI UNA MANO? 👉 COMPILA IL FORM

INSIEME POSSIAMO TUTTO!

SE IL SISTEMA È LA MALATTIA,

LA RIBELLIONE È LA CURA 💥

Smash Repression Street Parade – Ancona 12 ottobre 2024

 

Il circo del G7 dal 9 all’ 11 ottobre arriverà nelle Marche!

AAA CERCASI chi ha ancora voglia di sognare un altro mondo!!
Ad occhi aperti e/o sottocassa! Astenersi perditempo e complici del sistema.

7 burattini, con le loro delegazioni, verranno a parlare delle loro ricette per la nostra salute.
Cercheranno di continuare a spacciare la malattia per la cura e di finire l’assalto a una delle poche cose che non hanno ancora sfruttato del tutto: i nostri corpi.

I veri padroni di quest’ orribile teatrino che sta girando l’Italia, sono gli interessi economici delle solite multinazionali e di qualche grande gruppo finanziario.

Questi e i 7 rappresentanti degli stati che si riuniranno ad Ancona sono la causa principale della situazione critica che vive la nostra salute e quella del pianeta.
Non possono essere la soluzione!

“Ribellarsi o estinguersi!”

Hanno ragione quei movimenti climatici che lo urlano da mesi, mentre vengono repressi perchè nel farlo si siedono in mezzo ad una strada o perchè lo scrivono su un vetro.

Non è rimasto molto tempo per invertire la rotta, non (re)agire ora significa essere complici del declino.

Per questo Smash Repression ha deciso di prendere parte alla Rete di Azione NoG7 che si è creata, assieme a tante altre realtà e compagnx, proprio in vista delle giornate di Ottobre.

Dal 9 al 12 ottobre ad Ancona saremo parte di una risposta plurale e popolare con il “Festival A TUTTA SALUTE!“: incontri, dibattiti, azioni, laboratori, manifestazioni e tanta musica per sanificare il territorio e le anime.

In questi quasi due anni in giro per l’Italia abbiamo compreso come le Street siano un mezzo potente, per incontrarci e per rispondere insieme alla repressione che attanaglia gran parte delle nostre vite, salute compresa.

Per tutto questo sabato 12 ottobre, a chiusura del festival, ci sarà una nuova Street per le vie di Ancona!

Un Carnevale della Salute, una sana parata, un after purificante.. dategli pure il nome che preferite: sarà un momento per ripetere insieme ancora una volta che vogliamo una vita bella e dignitosa, per tutt!

Ci saranno 7 carri, ognuno esprimerà un tema che si ricollega alla salute e alle nostre vite.
Ci saranno 7 performance che faranno altrettanto.
Ci saranno 7 “popoli in rivolta” con noi, contro guerre ed oppressione.
Ci saranno 7 miliardi di persone nei nostri pensieri.
Ci saranno tuttx quex compagnx che non potranno essere presenti, perchè il destino è stato crudele o perchè il sistema lo è stato anche di più.

Ci vorrebbero a casa, richiusx, repressx, depressx e senza speranze di un futuro oltre il capitalismo.
Ci troveranno invece compattx, unitx e ribellx, a sognare insieme un mondo diverso!

Loro sganciano bombe, noi sganciamo bpm.
Stringiamoci sotto l’unico muro che ci piace, mentre ci riprendiamo un po’ di spazio e un po’ di tempo.
Incontriamoci mentre liberiamo per qualche ora i nostri corpi.
Portiamo per le strade un po’ di speranza urlando che siamo ancora in tempo per cambiare il sistema!

Balliamo!

Ci vediamo ad Ancona dal 9 ottobre per il Festival A TUTTA SALUTE!

e SABATO 12 DALLE ORE 15 per una SANA STREET!

 

 

LA LIBERTÀ SUONA FORTE ——- La repressione è fuori tempo!

 

Rete Azione No G7 Salute: programma festival/call 4 volunteers/contatti

 

La posta di Luigi sottoposta a censura

Vogliamo rilanciare e diffondere l’articolo della testata giornalistica antudo.info del 23 agosto scorso, che ci informa di un ulteriore attacco repressivo nei confronti di Luigi Spera, ricordiamo che Luigi attualmente si trova nel carcere di massima sicurezza di Alessandria in via cautelare dal 21 marzo con l’accusa di avere protestato contro la Leonardo SPA . In questi mesi Luigi ha scritto diverse lettere indirizzate alla redazione di antudo , vi invitiamo a leggerle le trovare nella sezione : Stato, carcere e abusi del portale antudo.info

Condividiamo anche un episodio dell3 compagn3 di Radio Alqantara dove potete ascoltare alcuni stralci delle lettere di  Luigi.

Presto saranno pubblicate  integralmente anche sul nostro Blog, perchè crediamo sia molto importante diffondere le idee ed i pensieri di Luigi colpito da questo grave atto di repressione, per cui occorre moltiplicare le forme di solidarietà e di mobilitazione contro la repressione e a favore di chi lotta contro armi , militarizzazione dei nostri territori e guerre.

l’articolo:

Il caso di Luigi: la posta sottoposta a censura
È di un paio di giorni fa la notifica di censura sulla posta giunta a Luigi, vigile del fuoco, istruttore sportivo e militante contro la guerra, che si trova in carcere di alta sicurezza in via cautelare dal 21 marzo ad Alessandria, con l’accusa di aver protestato contro la Leonardo SPA.
Il “controllo preventivo sulla posta”, motivato dal GIP come necessario a causa di un famigerato pacchetto postale pervenuto a Luigi da un “soggetto sconosciuto”, costituisce un’ulteriore misura repressiva volta a intimorire chi scrive e rallentare la comunicazione con l’esterno. Non è un caso.
In tant* in questi mesi hanno scritto a Luigi:

persone che lo conoscono, altre no, tutte che hanno voluto mandare messaggi di solidarietà, libri, articoli, aggiornamenti sugli accadimenti e sulla fase politica, mantenendo ciò che il carcere con la sua natura di istituzione punitiva mira a impedire: un vivido scambio con l’esterno. Molte sono state le lettere che Luigi ci ha inviato e che abbiamo pubblicato sul portale antudo.info.

I contributi di Luigi dal carcere, le sue parole di lotta e di giustizia su differenti temi, hanno avuto grande eco nella comunità da cui proviene, dimostrando che non bastano misure cautelari a silenziare la voce di chi si oppone alla guerra, alle spese militari, alla complicità dello stato italiano nel genocidio in corso in Palestina. Una voce che adesso l’apparato punitivo tenta di soffocare con un pretesto, l’arrivo casuale di un pacchetto giunto in solidarietà, che non dipende dalla condotta di Luigi né dalla sua volontà.

L’applicazione di questa ulteriore restrizione è da guardare in linea con quella di trasferirlo a centinaia di chilometri di distanza dalla sua città, Palermo, e dai suoi affetti, in assenza di prove concrete e con un impianto accusatorio spropositato, che lo vede imputato di atto terroristico insieme ad altri cinque militanti di Antudo per aver pubblicato il video di una protesta sotto la sede di Leonardo SPA.
Se l’obiettivo è quello di censurare e bloccare la diffusione delle idee che Luigi ha voluto e vuole veicolare, facciamo sentire ancora più forte la nostra solidarietà, moltiplicando le iniziative in opposizione alla guerra e contro le fabbriche di armi che profittano miliardi al governo italiano, al fianco di Luigi e di chi si trova privato della propria libertà per aver deciso di lottare contro un sistema ingiusto.
Luigi libero! Tutt* liber*!

 

Rilanciamo l’appello per la  liberazione di Luigi che invitiamo a firmare e la raccolta fondi per le spese legali :

Raccolta fondi per le spese legali:
IBAN IT12S3608105138244036544045
Intestato a Tagliarini Alessandro
Causale: solidarietà

Siamo dallaparte giusta della storia , sempre complici e solidali contro  guerre e repressione !

Comunicato 22/06/2024 Smash in The Park

Apprendiamo dai giornali del diniego (a una richiesta mai fatta) da parte della questura di Bologna poter svolgere l’iniziativa “Smash in The Park” che si sarebbe dovuta tenere questa sera a partire dalle ore 20.00. Il luogo scelto per il suo  svolgimento risulta pesantemente militarizzato dalle prime ore di questa mattina e rende evidente quanto il furore repressivo di chi governa la città renda invivibile un parco come Villa Angeletti.
Il tutto si iscrive in un clima di tensione politica esacerbato, come si vede nei giorni scorsi, dalle continuaggressioni portate ai movimenti, sia attraverso le misure cautelari ai danni di chi rivendica il diritto all’abitare e lo stop del genocidio in corso in Palestina, sia attraverso l’uso della forza e della violenza poliziesca nei confronti di chi si oppone a cementificazione e abbattimento sistematico di alberi e spazi verdi in città, con feriti e rischi verso l’incolumità delle persone. 
Non vogliamo sottostare al gioco al rialzo della tensione che fa di un evento una mera questione di ordine pubblico. 
Ribadiamo la legittimità di poter creare momenti di libera socialità , e invitiamo tutt3 a stare connesse per  aggiornamenti in queste ore. 
Stay tuned
Stay Smash Repression

Frocə con Gaza (Catania Pride)

FROCIə CON GAZA
Siamo persone trans*, non binarie, queer, gay, bisessuali, che si sono organizzate per portare al pride di Catania contenuti di lotta all’eterosessismo, al militarismo, al razzismo, allo specismo, al colonialismo. In primo luogo vogliamo disinnescare la complice inerzia rispetto al genocidio sionista in Palestina e denunciare i vari modi in cui il pinkwashing viene agito in questo mondo per giustificare guerre, frontiere, stragi e deportazioni.
Abbiamo organizzato un carro perché vogliamo ribadire anche al pride che non possiamo delegare alle istituzioni, che non ci proteggono ma anzi ci mettono in pericolo, l’autodeterminazione e la sicurezza delle nostre vite. E’ lo stato “eteropatriarcapitalista” e guerrafondaio che ci espone a multiformi oppressioni di genere oltre che devastare e saccheggiare i territori e la biosfera dove abitiamo. Ci vogliono pazienti, ovvero docili e patologizzatә, solo perché il genere che ci hanno assegnato alla nascita non rappresenta la nostra persona. Le nostre vite sono considerate nuove fette di mercato e, se non consumiamo, diventiamo degrado indecoroso da eliminare dallo spazio pubblico.
L’esistenza delle vite trans e dissidenti dal sistema eteronormativo di sesso e genere è sotto attacco. Siamo continuamente espostә ad aggressioni, in strada, nelle case e negli spazi che attraversiamo. Ogni giorno stigma sociale, discriminazioni, aggressioni e oppressione sistemica intossicano le vite di chi ha sessualità e pratiche relazionali non conformi all’ordine monogamico ed eterossessuale e corpi e processi comportamentali e cognitivi divergenti da quanto richiesto dagli standard produttivi del neoliberismo. Ma noi disertiamo il regime eterosessuale e monogamico propinato da Stato e Vaticano e sappiamo che non possiamo contare su quanto le istituzioni potranno un giorno -mai- concederci in termini di diritti.
Quello che vediamo è che gli unici spazi sicuri vengono minacciati, rischiano di essere sgomberati o sono già stati rasi al suolo e sappiamo che la nostra unica sicurezza è difendere la socialità in strada, gli spazi autogestiti in cui troviamo e offriamo riparo (anche per chi è in fuga da famiglie omofobe e/o transfobiche), prendendoci cura delle relazioni, con l’obiettivo di liberarci dalla violenza dei modelli relazionali autoritari e abilisti che il patriarcato ci ha inculcato e che in mille modi differenti viviamo nella nostra quotidianità. Continuamente subiamo attacchi che negano l’affermazione delle nostre esistenze da parte delle istituzioni e dobbiamo autodifenderci di fronte a medici, psicologi, poliziotti, giudici, insegnanti. Vengono minacciate di chiusura proprio quelle strutture sanitarie in cui si tenta di sostenere i percorsi di autodeterminazione della salute di genere, come succede al Careggi di Firenze o a Roma, mentre nel Lazio attualmente le persone trans hanno difficolta di accesso ad ormoni.
E’ necessario iniziare a mettere luce sul malsano e autorevole procedimento del percorso di affermazione di genere in Italia, dove psicologi e giudici hanno il totale controllo del futuro dell’identità delle persone trans: sono loro a decidere se una persona è ‘abbastanza trans’ per assumere ormoni, cambiare i documenti d’identità, operare i PROPRI genitali, spesso dolorosamente attraverso check estetici che secondo questa società malata vengono attribuiti ad ‘uno dei due generi’. Per esempio, molti ragazzi trans hanno subito le decisioni di giudici che li dichiaravano ancora donne a causa dei capelli lunghi, negando loro l’accesso a ormoni e documenti rettificati, anche per anni. E’ necessario denunciare e disertare lo stato affinché possa mai più avere alcun controllo sulle nostre vite, sulle nostre profondissime e personalissime identità. Lo Stato non riconosce le identità non binary, controlla manipola e decide sulle nostre transizioni e sui nostri percorsi, lo stato ha ucciso Cloe Bianco e noi non lo dimenticheremo MAI. Come non abbiamo dimenticato lo sgombero della consultoria autogestita “mi cuerpo es mio” a ridosso del 25 novembre!
Crediamo che la solidarietà è parte inscindibile della nostra lotta. Viviamo in città rese invivibili, trasformate in un palcoscenico in cui i turisti sono il pubblico per gli affari di imprenditori collusi e sfruttatori. Ancora di più a Catania, a partire dalla criminalizzazione feroce di coloro che vivono a San Berillo, da parte delle istituzioni locali, delle forze di polizia e dell’imprenditoria della ristorazione. Rivendichiamo la nostra ostilità alla criminalizzazione di tutto quanto viene definito degrado e deviante. Anche al pride si deve parlare delle vite recluse o deportate perché senza documenti, perché sex workers, perché povere, perché abitano in quartieri fastidiosi per una città che si vuole vetrina, perché resistono. Vogliamo una società senza esclusə e marginalə che riempiono le carceri, vogliamo l’abolizione di ogni gabbia perché non vogliamo vivere in una società-galera che ha degli scheletri negli armadi da seppellire vivi.
Si continuano a costruire strutture detentive per coloro che osano entrare nel nostro territorio senza documenti, anche se si tratta di persone che provengono da territori colonizzati da cui estraiamo risorse con violenza ai danni di ecosistemi e comunità. Di tutto ciò l’Europa e lo Stato italiano si deresponsabilizzano, definendo “migrazioni economiche” questi massacranti esodi che intere popolazioni si trovano a compiere. Non accettiamo di vivere in un mondo in cui la libertà di circolazione è riconosciuta solo alle merci e il diritto di approdo solo a chi sbarca sulle nostre coste dalle grandi navi da crociera.
Allo stesso modo riteniamo inaccettabile che deportano le nostre fratellә e sorelle razzializzatә, a meno che non raccontino nei dettagli come e con chi scopano per provare a convincere un delegato del prefetto di essere abbastanza gay o lesbiche da meritare accoglienza e tutela dentro la fortezza Europa. Quest’ultima, come l’Italia e ancora più Israele, ostentano di essere i baluardi dei diritti umani di fronte alla arretratezza dei sud del mondo, ma noi vogliamo gridare a gran voce che proprio loro non sono paesi sicuri per le dissidenze di genere e per chi è espostә alla violenza eteropatriarcale.
La burocrazia statale, che sceglie su criteri “umanitari” chi può provare a restare e chi deve essere imprigionatә tra quelle poche persone che riescono ad arrivare in Europa, è una macchina violenta di gerarchizzazione razzista delle vite che usa la retorica del contrasto alla violenza di genere per ripulirsi la coscienza e nascondere la sofferenza che viene invece inflitta su chi si trova sulle navi delle ONG che vengono bloccate in mare, dentro gli hotspot siciliani ammassatә in centinaia a soffrire fame e sete, dentro i centri per il rimpatrio di Trapani o Caltanissetta.
La stessa ipocrisia si ritrova sulla questione della guerra. Il genocidio che sta avvenendo in Palestina, l’intervento italiano nel mare yemenita, la guerra civile in Sudan, le atrocità che avvengono in Congo e gli altri conflitti che non vengono narrati nei media sono anche responsabilità dell’Italia, delle sue aziende para- statali, come la Leonardo, che fanno profitto vendendo armi e che sottraggono risorse alla ricerca pubblica. La base militare statunitense di Sigonella è qui vicina e, assieme a tanti altri avamposti NATO, mette in pericolo la vita di tuttә coloro che abitano in quest’isola, oltre che essere utilizzate per ammazzare persone in mezzo mondo. Il supporto alla resistenza palestinese va accompagnata da riflessioni e connessioni con il territorio in cui viviamo, perché la Sicilia ha un ruolo centrale con le sue basi militari NATO, con la militarizzazione della frontiera europea e con la sede di Frontex a Catania, e a sua volta è stata storicamente colonizzata. E la lotta queer non può che essere decoloniale!
Ci posizioniamo contro lo stato italiano che apre carceri in Albania, firma accordi con Libia e Tunisia e fa proposte di legge per dare la cittadinanza a chi si arruolerà nelle legioni straniere. Denunciamo la collusione dell’università con la militarizzazione e la colonizzazione di altri territori, a causa degli accordi privi di trasparenza in vigore nelle Facoltà con Stati guerrafondai e aziende belliche che finanziano la ricerca, come quelli ben noti con Israele, contro cui gli studenti stanno lanciando da mesi mobilitazioni internazionali. Allo stesso tempo siamo contro il colonialismo capitalista interno, quello dello Stato e delle multinazionali, che depredano la Sicilia con industrie nocive come quella della guerra, della green economy e del turismo. Siamo contro il ponte sullo stretto, le grandi opere e l’estrattivismo che per arricchire pochi sfruttano molti e devastano interi ecosistemi. Sono i territori, quelli geografici e quelli rappresentati dai corpi degli individui di ogni specie che li abitano, gli unici ad avere diritto ad autodeterminarsi.
Lo stato continua a mostrarci che noi e la nostra vita non valiamo nulla. E non solo le nostre.
Non si può parlare di lotta transfemminista senza parlare di vite animalə non umanə e di come esse siano declassate ad esistenze di serie b, capitalizzate, sfruttate, considerate sacrificabili perché non appartenenti alla nostra stessa specie. Il capitalismo si erge sullo sfruttamento dell’apparato riproduttivo di quelle soggettività che vengono considerate donne questo vale per le sorelle umane come per le sorelle non umane. Il distacco che creiamo dalle animale non umanә crea scenari orribili e la disumanizzazione e l’animalizzazione negativa rende lo sterminio sistemico di un popolo come quello palestinese un atto accettabile, più leggero e facile da processare.
Non ci sono tradizioni culinarie, ricette o abitudini alimentari o peggio di marketing che valgano da deterrente per continuare a perpetrare questi crimini ai danni di altri esseri viventi di fronte alla più assoluta indifferenza.
Vogliamo che ogni animale di qualsiasi specie possa vivere in libertà, fuori da allevamenti, gabbie e macelli e che le loro esistenze vengano riconosciute come degne di quel diritto alla vita e alla libertà che è alla base di ogni pride. In un mondo pieno di gabbie nessunә sarà mai liberә. Mentre sfiliamo, balliamo, sorridiamo e lottiamo con gioia e orgoglio degli esseri viventi capaci di provare emozioni e sentimenti propri come noi sono costretti contro il loro consenso a vivere in gabbie grandi a malapena per contenere i loro corpi, ammassati e immersi nello sporco, alcuni di loro dalla loro nascita alla loro morte non vedranno mai la luce del sole!
Sia lo specismo che l’eteronormatività ammettono solo una realtà binaria tanto che i comportamenti che si distaccano dallo specismo-eteronomativo vengono stigmatizzati e patologizzati e infine animalizzati. In questa relazione gli animali sono strumentalizzati come soggetti muti con l’effetto di negare una qualsiasi performatività queer dei loro corpi. Ricordiamoci che la natura è già queer e perversa. Solo che non viene ascoltata.
Ciò che consideriamo normale non è necessariamente naturale o migliore, è il prodotto di una scelta ideologica che ha come scopo quello di mantenere in forze il sistema capitalista e patriarcale.
Ribadiamo fermamente l’intersezionalità della lotta e delle pratiche antispeciste come presupposto essenziale della lotta transfemminista e in particolare del principio di autodeterminazione, il cui uso antropocentrico e errato distrugge ogni valore alla base di esso.
E infine due parole sulla città: le città hanno una paura radicale e istituzionale verso gli animali, questo permette l’espulsione degli animali, ma la città nega spazi e diritti anche ad altre soggettività: persone povere, neurodivergenti, anziane, razzializzate, sexworker, persone trans, persone con disabilità tutte loro insieme agli animali non umani non sono abbastanza decorose per abitare gli spazi delle città. E’ delle città decidere costa sta dentro e cosa sta fuori. E’ dell’uomo bianco etero-cis dire cosa è normale e cosa non lo è, e decidere cose può essere ucciso e chi risparmiato, è di Israele decidere chi muore e a chi andrà un nuovo pezzo di terra.
Non c’è orgoglio per loro, non c’è gioia né amore per i loro corpi e le loro anime.
E se davvero nessunx è liberx finchè tuttx non siamo liberx allora noi oggi chiediamo a gran voce libertà per individui che l’intero mondo tratta come fossero macchine e numeri.
SABOTIAMO GLI INGRANAGGI DELLA GUERRA, ROMPIAMO TUTTE LE GABBIE E CREIAMO PARENTELE DI LOTTA MULTISPECIE.