“1090
Un numero qualsiasi.
O forse no.
1090 posti a tavola vuoti.
1090 caffè mai bevuti.
1090 sveglie che non suoneranno più.
1090 sono le vite spezzate sul lavoro in Italia nel 2024.
1090 morti.
Quasi tre al giorno.
Tre vite. Ogni. Giorno.
E nessuno ne parla. Nessuno si indigna. Nessuno si ferma.
Tre vite cancellate, tre sogni infranti, tre famiglie distrutte
mentre il mondo gira come se niente fosse.
Come se fosse normale.
Meglio pensare alle vacanze, al Grande Fratello,
alla macchina da comprare per sbalordire gli amici.
Fa comodo dimenticare, voltare lo sguardo, lasciar perdere.
Oggi non è un giorno di festa.
È un giorno di lutto
Un giorno di rabbia.
Perché il capo preferisce una Porsche nuova
alle misure di sicurezza in cantiere.
Perché prima della sicurezza viene la produttività.
Prima della vita viene il profitto.
Chi dovrebbe proteggerci ci ignora.
Chi deve controllare si perde nella burocrazia.
Chi governa pensa agli sbarchi, alla “famiglia tradizionale”,
a chi “balla illegalmente” nei capannoni industriali,
e intanto chi ci lavora dentro, quei capannoni, ci muore davvero.
La polizia picchia gli studenti che protestano contro il genocidio a Gaza.
Ma nessuno si muove se un operaio muore schiacciato da un macchinario.
Noi non siamo numeri.
Siamo persone.
Con un nome. Con una storia.
Con il diritto di tornare a casa la sera.
Vogliamo rispetto.
Vogliamo sicurezza.
Per questo oggi siamo qui.
Per questo oggi manifestiamo.
Scendi in strada.
Pesta i piedi. Balla. Urla.
Urliamo contro chi ci vuole muti, piegati, obbedienti.
Urliamo contro chi ci vede solo come ingranaggi nella macchina del consumo.
Urliamo contro chi ci considera sacrificabili.
Se ci vogliono zitti, noi alziamo il volume.
Se ci vogliono fermi, noi danziamo.
Se ci vogliono invisibili, noi accendiamo le luci.
1090 non è solo un numero.
È un grido.
E oggi,
quel grido
è il nostro!”
#MayDay 2025: come C.I.O. comitato insostenibili Olimpiadi siamo scesə in piazza con migliaia di altre persone nel tradizionale e sempre diverso Primo Maggio del precariato metropolitano: con il nostro carro dedicato ai personaggi “irriducibili” della Milano olimpica – intrasferibili, involontari e indecorosi – per rifiutare un modello di città esclusivo ed escludente, a favore di una riappropriazione collettiva dello spazio urbano e delle risorse pubbliche. Casa / Diritti / Dignità
Credits: video realizzato dal Laboratorio Film del C.I.O., nella lavorazione de “Il grande gioco” – per supporto e info: https://www.produzionidalbasso.com/project/il-grande-gioco-milano-cortina-e-il-saccheggio-olimpico/
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