
Qui la trascrizione dell’intervento portato alla Million Marjuana March a Roma l’8 Novembre scorso, al termine di una ricca tre giorni di contro-conferenza sulle droghe abbiamo un piano. Qui di seguito trovate anche degli estratti degli altri interventi durante la parade, il link con tutti gli elaborati della tre giorni, il documento finale e il comunicato che abbiamo condiviso con Million Marijuana March Italia, Lab 57, ITANPUD APS, ITARDD “Accordi Violati, Libertà Sospesa” che fa il punto sulle giravolte della questura capitolina a termine della Street antiproibizionista.
“Ciao a tuttə! Come parte del mondo dei free party e delle autogestioni salutiamo la piazza romana e la ringraziamo per darci parola in questa doverosa street. È proprio in piazza e nelle street rave parade di questi tre anni che abbiamo riversato la nostra energia e la voglia di ribaltare la legge AntiRave e tutto il sistema che l’ha prodotta. Abbiamo scelto di farlo da un punto di vista che non si esaurisce solo nel rifiuto della norma, ma coniugando istanze che vanno ben oltre il semplice momento di riappropriazione di uno spazio e del tempo libero. Proprio le street ci hanno portato da capannoni e spazi di periferia nei centri città, attivando un gran numero di collettive, crew, singole e territori che non prima della legge stessa. Aprirci a istanze trans-femministe, ecologiste, antirazziste e antipro è stato un passo necessario, dato che queste si affacciavano al free in tutta Europa. Con vecchie e nuove generazioni di producer, decoratori, artiste, collettive, foniche, operatori di riduzione del danno, sognatrici e traveller danzanti abbiamo deciso di fare rete in tante città con tuttə coloro che han visto nell’ antirave un preludio a nuove leggi bavaglio e a una forte riduzione di spazi di libertà e lotta, il preludio all’infame pacchetto sicurezza. Mentre le feste ripartono e fronteggiano la repressione, guardiamo alla Palestina e, come qualcun@ ha scritto a caratteri cubitali nell’ultimo Witchtek, a 3 anni “siamo ancora qua!”: chiediamo la revoca delle misure che stanno venendo e che saranno applicate a chi ha resistito all’ex Bugatti di Campogalliano Modena alla scellerata repressione delle FdO, manganellate, lacrimogeni ad altezza d’uomo, omissione di soccorso. Quello che è successo lì e in altri contesti di festa nei mesi scorsi, é increscioso e inaccettabile, come accade d’altronde a molte lotte sociali. Anche solo pensare che organizzare una festa possa voler dire la possibilità di anni di carcere, sorveglianza e stigma sociale é inaccettabile e va continuamente allargata la solidarietà.
Questa legge va distrutta. Se ci togliete le libertà, ci riprendiamo tutto. Se toccate un mondo, convergiamo con altri mondi, e facciamo fronte. Come rete Smash Repression rilanciamo perciò non solo la mobilitazione antirepressione dei free, ma confluiamo nelle venture piazze contro la guerra e la crescente irregimentazione dei corpi e delle menti, anche attraverso le retoriche razziste e il proibizionismo non più strisciante, e la cui contrapposizione radicale passa secondo noi attraverso e un profondo processo collettivo di cura, consenso e autogestione.
Rave On! “