
A margine della repressione di questi giorni a Torino, come a partire dall’attuazione in Italia del Decreto Sicurezza, e del compattamento istituzionale basato sulla narrazione mediatica incentrata sulla creazione del nemico interno, aka “terroristi” dei centri sociali,migranti, maranza e giovani deviati, “ProPal”..(1) (2) (3)
[per riflessioni e osservazioni scrivici su smashrepression@proton.me]
—-
1) – Repubblica Torino (20/12/2025): “Ruspe sui centri sociali, sono figli di papà. Neanche il centrosinistra li difende. Il sindaco di Torino Lo Russo: comportamenti inaccettabili. Appendino: basta con il buonismo. E il Viminale conferma il programma degli sgomberi delle occupazioni abusive”
2) – Ossevatorio sulla Repressione (20/12/2025): “Riarmo, guerra e desiderio di giustizia. (La necessità del nemico interno“. “Difficile, di questi tempi, affermare (come in realtà è) che il libero esercizio della critica, la sperimentazione di culture e prassi alternative, la presa d’atto che la società è multiculturale, sono gli unici antidoti all’abisso, disumano e violento, imposto dal potere contemporaneo.”
3) – “Uno sgombero contro la città” —- (di Livio Pepino, 19/12/2025)
—
.. vediamo spesso lx aggreditx (migrant3, TAZ, occupazioni, spazi culturali, Palestina) traformarsi in aggressorx. Riflettendo sull’ipercomunicazione, sembra importante da un lato uscire dalle bolle gerarchizzanti degli strumenti di cui siamo individualmente e collettivamente in possesso, rifuggendo dal fagocitare e re-postare troppi contenuti, in quanto implicano togliere possibilità effettive temporali affinché altri canali siano visualizzati; meglio una molteplicità di pensieri “originali” in più canali o una circuitazione di pochi pensieri afferenti? O un pot-pourri di entrambe?


Per quanto le risposte possano essere tante e contraddittorie, è probabilmente interessante e incisivo convergere sull’ipotesi di allargare l’orizzonte dei significati oltre il mero affanno dello scoop, anche contro-informativo, che spesso è l’alter-ego della voracità dei selfie individuali, e di come questi ricadano nel puramente testimoniale e non allusivi a un processo di liberazione o complicità ad esso..
Allargando questo orizzonte allusivo, c’è una vasta memoria di riflessioni aforismatiche, brevi, forti, e dense di significati e significanti che hanno caratterizzato in un passato non distante la voglia di trasmettere saperi e pensieri critici alla volontà di non sovrastare e amplificare le restrizioni temporali dex nostrx compagnx, per non ridurli a spettatori di alter-canali, ma dando(ci) più tempo per cospirare (e respirare oltre la dimensione cyber).
Coniugare la congiuntura di sempre maggiore ristrettezza economica individuale e collettiva (compreso di tempo effettivamente spendibile) alle spinte controculturali che “sobbollono” dal basso, è una dimensione totalmente presente che prelude a futuri futuribili. Anche con questo intento, cercare di non sovraffollare la sfera mediale per pura (e indubbiamente sincera) volontà di propagazione di concetti e immagini fa parte di una etica del (contro)politico, della cura e anche dei momenti di svago e riappropriazione! Da Telegram ai blog, dagli insta-likes alla non prolissità di comunicazione individuale/individualistica e soggettivo/esistenziale in chat affini che hanno come risultato disaffezione e rigidità..
Sempre sulla comunicazione, invitiamo a leggere questa breve zine, Cybernauth, che raccorpa riflessioni analogiche di autori del secondo ‘900 sulla società dei media, androidizzazione, incanalamento nel pensiero unico.. buona lettura!
– https://dn720703.ca.archive.org/0/items/cybernaut-01/CYBERNAUT%2001.pdf
—
– “L’uomo dimentica di essere stato lui stesso a creare le immagini, per orientarsi nel mondo grazie ad esse. Non è più in grado di decifrarle: vive ormai in funzione delle proprie immagini. L’immaginazione si è trasformata in allucinazione.”
(Vilém Flusser, Per una filosofia della fotografia)
—
– “Tutto il mondo della rappresentazione artistica – le arti plastiche, le arti performative , compresi teatro e musica sono finte ma possono dire il vero. Falso invece ciò che non è vero in quanto cerca è di sostituirsi al, e negare il, vero.” (Cybernauth, pag.8)
—
– L’androidizzazione richiede obbedienza.
E, soprattutto, prevedibilità. Solo quando la
reazione di una data persona a una qualsiasi
situazione data risulterà prevedibile con
precisione scientifica, si potrà dare il via alla
produzione su larga scala di androidi.
L’androide, come ogni altra macchina, deve
funzionare al momento giusto.
Ma non possiamo contare sulla nostra gioventù, da
questo punto di vista: è inaffidabile.
Pigrizia, scarsa capacità di concentrazione,
perversione, tendenze criminali.
Qualsiasi etichetta si appiccichi a un giovane
per spiegarne l’inaffidabilità va bene.”
(Philip K. Dick, “Se vi pare questo mondo sia
brutto.” Feltrinelli 1999)
Network controinformativo
https://smashrepression.noblogs.org/
https://t.me/smash_repression
*** to share or not to share.. we don't live for platforms! 🙂 ***