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IN QUESTA SEZIONE DEL BLOG TERREMO UNA LISTA DELLE RACCOLTE FONDI ED EVENTUALI BENEFIT CHE SENTIREMO NECESSITÀ DI LANCIARE O CHE CI VERRANNO COMUNICATI. Poiché non è affatto scontato riuscire a tenersi in contatto dopo denunce varie, fogli di via e processi in vista, cercheremo di capire di volta in volta come e dove incontrarci.

Per coloro poi che non tovassero AVVOCATX DISPOSTX A LOTTARE sul piano politico, ovvero a discutere le accuse schierandosi dalla parte delle realtà autogestite in senso ampio e convintx a rifiutare apertamente di sostenere le maniere tipicamente stigmatizzanti, delatorie, intimidatorie, persecutorie ed oppressive fino alla tortura di certi regimi governativi, contattateci direttamente o chiedete ai collettivi che portano avanti lotte sociali e ambientali nel vostro territorio.

Unire le istanze rispetto ai ricorsi e dal punto di vista processuale

è sicuramente meno dispendioso e può avere molta più efficacia

(nondimeno nei termini di una lotta condivisa..)

Per paura di esporsi spesso si tende piuttosto ad isolare chi viene colpitx dalla repressione.. aggravandone le conseguenze, a partire dalla sfera emotiva, psicologica e relazionale, oltre che quella più strettamente economica e della libertà pubblica. Al contrario, occorre non desistere dal coordinarsi, pur con le dovute attenzioni, affatto riducendoci ai social network, rispetto a procedimenti giudiziari simili tra loro (soprattutto quando nascono proprio per venire applicati arbitrariamente) e prepararci a forme più solide di autodifesa legale o quantomeno permetterci di fare analisi dell’uso/abuso di misure punitive e del loro andamento a seconda delle zone ogni volta che sarà possibile e consensuale. Sarebbe utile anche aggiornarsi rispetto alle raccolte fondi già concluse in precedenza e portate avanti autonomamente dalle crew per avere un minimo di storico da confronto, semmai risultasse gradito! Questo perché rimanere unitx non significa soltanto ritrovarsx accomunatx secondo determinate intenzioni ed affinità. Certo, ciò resta una neccessità di fronte agli ostacoli che ci vengono posti arbitrariamente a deterrente, o finanche come punizione per aver osato sperimentarsi in forme faticosamente indipendenti dalle gerarchie clientelari e dal banale profitto privatizzato; eppure, proprio il momento storico che stiamo attraversando – troppo spesso finendo a chiuderci in termini di convenienza personale o pensando di poter fuggire oltreconfine da formule persecutorie e strumentali, securitarie e classiste, ormai applicate globalmente (talvolta gli effetti oppressivi sono solo resi meno evidenti o ancora per poco latenti -, ci spinge a tentare di creare ponti tra spazi / tempi di ribellione alle gerarchie sistemiche nonostante una continuità tra lotte che sia determinata appaia ormai un sacrificio anche solo da immaginare.. Figuriamoci provare a metterla in pratica ovunque!

La solidarietà è davvero sempre stata un’arma contro ogni grado di annichilimento sociale e individuale, ma non può realizzarsi passivamente, e non si esaurisce in qualche abbozzato atteggiamento di dissenso e proclama, in qualcosa per cui possiamo astenerci dal guardarci intorno senza ponderare le nostre azioni e le nostre possibilità organizzative. Rischiamo di continuare a perdere frammenti e passaggi fondamentali che compongono la memoria storica di tante rivendicazioni che ci hanno precedutx, così come l’attenzione verso quelle presenti. Ciò però richiede di raccogliersi nella condivisione di contributi controinformativi senza bisogno di provare scandalo né timore, né di selezionarsi fino ad escludersi ulteriormente. Semmai, potremmo preoccuparci di come sviluppare una lungimiranza tale da poter addirittura anticipare le strategie repressive, rispedire al mittente la logica preventiva costruita attorno a categorie “devianti” e situazioni “deriva”:

Rimanere inertx di fronte all’inasprirsi della violenza legale, dagli stigmi che ci penalizzano in famiglia/scuola/lavoro

fino agli abusi penalistici ed alla tortura del carcere speciale, significa che stiamo accettando tali politiche persecutorie.

Dal momento che questo genere di abusi e torture altro non sono che lo specchio della propaganda di qualsiasi governo (comprese le sue opposizioni posticcie) e delle sue priorità primariamente finanziarie, andrebbe osservato che anche riguardo ciò che viviamo come imposizione (norme per farci tornare “a regime”, ossia entro un “ordine” composto da territori devastati, lavoro espropriato, soggettività inevitabilmente alienate, etc), e le stesse ripercussioni in cui si imbattono svariati tentativi di autonomia da secoli, oltre che un ricatto rappresentano un vacillamento dello Stato.

Quando, anche solo indirettamente, in qualche modo si riesca

a nuocere ad ideologie e strutture oppressive, è segno che

si sta riprendendo direzioni di resistenza, che si è

ancora sulle tracce di percorsi di liberazione.

<<< PER SMETTERE DI SUBIRE, PER NON VENIIRE SCHIACCIATX ! >>>

La capacità di riorganizzarsi costituisce una sfida al potere e insieme la nostra migliore opportunità. Non rinunciare a mobilitarsi e magari persino tornare a discutere non solo virtualmente di ciò che accade.. permette di affrontarlo davvero! Re-imparando senza sosta nonostante lo zeitgeist conforme sia tarato sull’egoismo competitivo, sulla prevaricazione e sul privilegio (tutti canoni di matrice economica, calcolati fino ad affermarsi come basi della sopravvivenza e di ogni valore comune). Ma ben al di là del miraggio del progresso civile.. ed oltre il benessere vacuo dello sfruttamento coloniale. Per la consapevolezza storicizzata che possiamo quantomeno frammentariamente condividere, questo sistema si nutre di assassinio. L’idea di sviluppo senza freni non rimane che un abbaglio meccanizzato. Esso procede innescando guerre in continuazione pur di poter sostenere la frenesia divoratrice di un nefasto impatto ambientale e l’assorbimento mai neutro di sottoculture e prospettive native e/o libertarie di scambio. In direzione contraria al “sistema”, riscontriamo invece nel nomadismo della scena tekno il complemento a scelte di diserzione dal lavoro padronale e dalla venalità produttiva, pur non ancora liberx dalla dipendenza monopolistica di alcuni prodotti quali i carburanti fossili, tuttavia ci si riprendono appunto quegli spazi e tempi di autonomia ballando al ritmo delle proprie scelta di vita. Volontà che non richiedono di doversi adattare ai giuramenti alle bandiere come forze dell’ordine, che nascondono così le proprie violenze: dietro le ordinanze di un governo patrio. Proprio nella ribellione a schemi di CONTROLLO + PROFITTO sta quel minimo di dignità che ancora rimane tra collettività e soggetti (ed anche se si accetta ormai per convenzione di vendersela, essa fiorisce solo tra i più liberi rapporti di collaborazione).

Ed una volta che ci si ritrovi criminalizzatx a tutto tondo, ricordiamoci come hanno fatto breccia esperienze di pirateria così pure in genere ogni lotta sociale: quando non si sono lasciate confondere con logiche di dominio, mantenendo la propria rivendicazione conflittuale ad esso ed ispirando creativamente innumerevoli comunità disposte a lasciare che le proprie caratteristiche e la propria composizione sociale potessero essere, nondimeno, argomento di discussione (nel senso di potersi rendere accessibili, vive, partecipi). Perché se possiamo infatti godere di qualche miglioramento nella nostra quotidianità è solo grazie a forme di opposizione attiva a certe premesse discriminatorie o strutturalmente clientelari, forme di opposizione tuttora praticabili, dal sabotaggio interno fino ad una ricerca in mare aperto di nuove isole.. E magari senza disperderci a vicenda!!

Così lo stesso può dirsi tanto per progetti artistici con l’intento di non perseguire un proprio interesse ristretto, quanto della resistenza a misure repressive e ricatti economici e che ricadono sui nostri corpi, martoriando le nostre stesse idee.

Consideriamo che possiamo supportarci concretamente in forme mutualistiche è ciò ci permette non solo di continuare a sognare, ma di procedere senza finire in ostaggio di dinamiche che ci sovrastano e che non vogliamo ci neghino persino il più istintivo posizionamento autodifensivo. Pur venendo ostacolatx nel perseguire i nostri obiettivi specifici, il trovare punti di incontro per sopperire a misure repressive comuni ci permette di superare le pur giuste distanze tra i rispettivi percorsi arricchendo e moltiplicando occasioni di solidarietà..

IN QUESTA SEZIONE DEL BLOG TERREMO UNA LISTA DELLE RACCOLTE FONDI CHE TROVIAMO PUBBLICHE (prima di annotarle qui chiedere il consenso di chi organizza) E DEI BENEFIT CHE SENTIREMO NECESSITÀ DI LANCIARE O CHE CI VERRANNO EVENTUALMENTE COMUNICATI. Aggiorneremo man mano anche le raccolte fondi già concluse per avere un minimo di storico, visto che abbiamo usato spesso canali provinciali/regionali e, soprattutto, il passaparola.

Rimanere unitx significa non solo ritrovarsx accomunatx nelle intenzioni ed attitudini, una neccessità di fronte agli ostacoli che ci vengono posti arbitrariamente a deterrente, o finanche come punizione per aver osato sperimentarsi in forme faticosamente indipendenti da gerarchie clientelari e profitto privatizzato. Il momento storico che stiamo attraversando, troppo spesso finendo a chiudersi in termini di convenienza personale o pensando di poter fuggire oltreconfine da politiche autoritarie ormai applicate globalmente (solo più o meno evidenti o ancora latenti, a seconda delle zone), ci spinge tentare di creare continuità e ponti tra spazi e tempi di ribellione alle gerarchie sistemiche, per quanto appaia ormai martirizzante anche solo immaginarlo.

La solidarietà è davvero sempre stata un’arma contro ogni grado di annichilimento sociale e individuale, ma questa non può realizzarsi passivamente, e non si esaurisce in un semplice atteggiamento di dissenso e proclama, qualcosa per cui possiamo astenerci dal guardarci intorno senza ponderare le nostre azioni e alle nostre possibilità organizzative. Rischiamo di continuare a perdere frammenti e passaggi fondamentali che compongono la memoria storica di tante lotte che ci hanno precedutx così come l’attenzione a quelle presenti. Ciò però richiede raccogliersi in momenti e contributi controinformativi senza doversi per forza nascondere e anzi sviluppando una lungimiranza tale da anticipare le strategie repressive. Per smettere di subirle, per non finirne schiacciatx..
Innanzututto, non possiamo rischiare di rimanere inerti di fronte all’inasprirsi della violenza poliziesca. Dal momento che quest’ultima altro non è che lo specchio della propaganda di governo, con le sue opposizioni posticcie, e delle sue scelte primariamente finanziarie, andrebbe osservato quanto ogni ripercussione in cui si imbattono tentativi di autonomia, ogni imposizione per farci tornare a regime, ossia entro un “ordine” costituito da territori mercificati, lavoro espropriato, soggettvità inevitabilmente alienate, …
Quando in qualche modo si riesce, anche solo indirettamente, a nuocere ad ideologie e strutture oppressive, è segno che si sta andando nella direzione giusta, che si è sulle tracce di percorsi di liberazione. Dove la capacità di riorganizzarsi costituisce una sfida al potere, ma anche la nostra migliore opportunità, soltanto non rinunciare a mobilitarsi e magari persino tornare a discutere non solo virtualmente di ciò che accade e come affrontarlo(!), re-imparando senza sosta e nonostante lo spirito dei tempi sia tarato sull’egoismo competitivo, sulla prevaricazione e sul privilegio, tutti canoni di matrice economica strumentalizzati fino a farne le basi della sopravvivenza. Altro che il miraggio del progresso civile.. e ben oltre il benessere vacuo rendita dello sfruttamento coloniale. Per la consapevolezza storica che possiamo frammentariamente condividere, questo sistema si nutre di assassinio. L’idea di sviluppo senza freni non rimane che un abbaglio meccanizzato che procede inscenando guerre per potersi sostenere. Al contrario, le bandiere che ci offrono un minimo di dignità hanno fatto breccia quando non si sono lasciate confondere con il dominio, mantenendo le proprie specificità, i propri sguardi e composizioni sociali non indiscutibili ma quantomeno accessibili, vive. Se possiamo godere di qualche miglioramento nella nostra quotidianità è solo grazie alla diserzione a certe premesse classiste e discriminatorie, dal sabotaggo interno fino alla ricerca in mare aperto senza però disperderci..
Che sia per progetti artistici che vadano al di là del proprio interesse ristretto a riguardo, come di fronte a misure repressive e ricatti economici. Ricordarci che possiamo supportarci concretamente a vicenda è ciò ci permette non solo di continuare a sognare, ma di procedere senza finire in ostaggio di dinamiche che ci sovrastano, che non vogliamo ci esproprino persino di un posizionamento difensivo, rendendocela distante..

Per coloro poi che nn tovassero AVVOCATX DISPOSTX A LOTTARE sul piano legale, ovvero a discutere le accuse schierandosi dalla parte delle realtà autogestite in senso ampio e che rifiutino apertamente di sostenere le maniere tipicamente stigmatizzanti, delatorie, intimidatorie, persecutorie e oppressive fino alla tortura di certi regimi, contattateci personalmente o chiedete ai collettivi che portano avanti lotte sociali e ambientali nel vostro territorio.

Unire le istanze anche nei ricorsi e dal punto di vista processuale è sicuramente meno dispendioso e può avere molta più efficacia.

 

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